Ormai sapete che tutto ciò che à la page, tutto quello per cui le persone vanno improvvisamente e collettivamente in visibilio mi suscita perplessità e immediata presa di distanza. E quindi perché i Matcha Cookies?
Non vi sfuggirà nemmeno che il tè matcha ha avuto il suo boom circa 10 anni fa, per poi tornare mestamente in sordina. E quindi il fatto che io abbia deciso di provarli adesso è perfettamente in linea con il mio trend: “aspetta che passino di moda e poi, con calma e circospezione, tuffati”.
Riconosco che non è un atteggiamento da food blogger furba (ma esistono ancora le food blogger?), ma non lo faccio con premeditazione. Quando un ingrediente si trova spammato ovunque mi ritraggo istintivamente, non mi affascina, non ha appeal, ai miei occhi. Mi attira invece tutto ciò che rimane in secondo piano, che è demodè, che non si nota al primo sguardo.
E quindi vai con i Matcha Cookies ora che il campo è libero.
Partiamo dalle basi. Il tè matcha è un tè giapponese che si trova in commercio sotto forma di polvere finissima, di un colore verde brillante. Lo trovate in vendita nei negozi specializzati, ma se lo usate per i Matcha Cookies fate attenzione a scegliere quello per uso culinario e non per uso cerimoniale. Non che ci siano controindicazioni, se non che quello cerimoniale è più pregiato e costoso e sarebbe un po’ sprecato usarlo per dei biscotti sottoposti a cottura.
Se invece volete usarlo come bevanda, troverete di certo in rete suggerimenti su come prepararlo al meglio. Sicuramente è indispensabile il kit con il frullino e le ciotoline, non solo per ricreare un po’ di atmosfera orientale, ma anche dal punto di vista funzionale. Infatti il tè matcha non si usa in infusione, come i tè tradizionali, ma in sospensione, ovvero viene sciolto nell’acqua calda ed è così molto concentrato.
Da diversi anni ormai dilaga una festidiosa forma di esterofilia linguistica che ci fa scegliere parole di altre lingue (quasi esclusivamente l’inglese, in realtà) quando ne avremmo di efficacissime in italiano. Ci sono caduta più volte anche io, per esemipio chiamando cake una torta o bundt un ciambellone e non rinnego nulla. Non è grave, per carità. Ma per i Matcha Cookies – così come per i cookies in generale – è un altro discorso. Non potrebbero essere chiamati genericamente “biscotti” perchè hanno delle imprescindibili peculiarità.
I cookies sono dei dolcetti americani dalla forma inequivocabile: dischi schiacciati dalla superficie leggermente increspata, la cui ricetta prevede abbondanti dosi di zucchero e di burro. Al momento di infornarli si presentano come piccole palline compatte, che con il calore si allargano e si schiacciano, assumendo il loro caratteristico aspetto. Essendo americani, sono generalmente di dimensioni enormi, roba che un solo cookie potrebbe sfamare la popolazione del Molise.
Ma quello che li rende inconfondibili è la consistenza. Una sottilissima crosticina in superficie – dovuta al burro – e l’interno morbido e quasi fondente, grazie all’importante presenza di zucchero. Ora, non vi spaventate quando faccio riferimento a burro e zucchero, ma è innegabile che rispetto ai dolci italiani, quelli statunitensi facciano un uso alquanto disinvolto di questi ingredienti. Quando uno lo sa, si mette l’anima in pace e la volta in cui decide di mangiarli non ci pensa, no?
Dopo tante ricette eseguite più volte per il mio libro e dopo la sospirata e agognata pausa estiva, mi riavvicino cautamente al forno. Ogni estate è così. Arrivo stanca e persino un po’ nauseata da tutto questo lavorìo continuo intorno al cibo e penso che la mia “carriera” culinaria sia giunta ad un punto di svolta.
Poi arriva l’autunno, ed ecco che si riaffaccia prepotente e impertinente la voglia di infornare. Sì, perché questa è la mia vera passione. Ogni tanto ci sta anche qualcosa che si può cuocere sul gas, ma le vere ricette del cuore, per me, sono quasi tutte da sbirciare con trepidazione oltre il vetro bollente del forno.
Un sabato pomeriggio si è aperta inaspettatamente una finestra di due ore tutte per me. Dante è andato a spasso con il babbo e io, tra una doccia e una “cenciata” alla cucina, ho deciso che ce la potevo fare a provare questi matcha cookies. Del resto, sono davvero come si presentano, semplici e privi di insidie. Serve poco tempo e pochissimi ingredienti, e la soddisfazione è grande.
Non temete per la presenza del tè matcha: in questa dose è un aroma molto leggero e delicato, piacevole ma non invadente. Esattamente come dovrebbe essere, secondo me. L’abbinamento con il cioccolato bianco, poi, è ormai un classico che funziona alla grande e non si discute.
La ricetta viene dalla pagina Instagram del blog Best of Vegan e, in effetti, nella versione originale era vegana. Basta usare il burro vegano al posto di quello normale e il gioco è fatto. Non chiedetemi cosa sia il burro vegano perché non ne ho idea, ma sono certa che in rete potrete trovare tutte le informazioni che vi abbisognano.
Se cercate altre ricette con il tè matche vi consiglio queste madeleine al tè matcha, davvero semplici oppure la torta mousse (un po’ più elaborata).
Se invece cercate altre ricette di cookies, potete provare i diabolici Caramelized Chocolate Chip Cookies o più classici e cioccolatosi Chocolate Crinkle Cookies.
Ed ecco la ricetta.