I libri di cucina, che passione. Posso passare ore a sfogliarli, perdendomi tra le loro pagine, immaginando sapori, immagazzinando idee e suggestioni.
Se avessi soldi e spazio ne comprerei a centinaia, ma i soldi e lo spazio sono limitati, e limitata è pertanto la mia biblioteca gastronomica. La mia amica Betulla mi ha invitato a raccontarla, attraverso il suo contest, ma da dove partire? I libri che possiedo non sono moltissimi, ma parecchio diversi tra loro.
Sono particolarmente affezionata a quelli sulla cucina toscana, dove ogni tanto mi perdo come nelle trame di un mondo antico, dove i profumi erano densi e le pentole solide e pesanti.
Poi ci sono quelli sulla storia della cucina, i saggi, i racconti legati alla tavola; sebbene non contengano ricette, sono i più gustosi, perché svelano i significati profondi del cibo e ogni volta è un meravigliarsi di fronte nuove scoperte.
E poi quelli modaioli, più o meno ricchi di contenuti, più o meno affidabili, ma sempre attraenti per fotografie, grafica e presentazione delle ricette. Questi sono in genere i più costosi e, da un certo punto di vista, anche i più frivoli, perché c’è molta attenzione alle tendenze del momento ma poca cultura, almeno nel senso tradizionale del termine. Per questo cerco di ridurne all’osso l’acquisto, perché mi sento un po’ in colpa. Suona stupido, a scriverlo, ma è così.
Ed è proprio da questo nucleo di libri – che Betulla definisce rubacuori – che ho scelto il protagonista di questo post. La definizione di rubacuori è particolarmente azzeccata, perché individuarlo tra cento in quell’autogrill in Costa Azzurra, innamorarmene e prenderlo con me è stato un tutt’uno.
L’autrice è una delle fotografe-blogger più famose al mondo, la svedese Linda Lomelino. Se visitate il suo sito resterete soggiogati dalla bellezza delle sue immagini, che spesso superano la sostanza della ricetta per trasformarsi in vere opere d’arte. E non è un caso che il libro si chiami Diario di una food stylist, perché oltre alle ricette vi si trovano trucchi e suggerimenti per allestire i set, decorare le torte e fare le foto…potevo forse restare insensibile a tutto questo?
Fino ad oggi, però, non avevo mai provato nessuna ricetta, secondo il triste destino che accomuna molti dei miei libri, quello essere tanto sfogliati quanto poco vissuti e messi alla prova. Chissà se succede solo a me?
I libri, le riviste, gli altri blog: le fonti e le ricette da provare sono così tanto che non riesco a trovare spazio per tutto, ed è un rammarico continuo. Anche per questo sono grata a Betulla, per avermi dato la possibilità di mettere finalmente alla prova Linda.
Le sue ricette sono molto “ruffiane”: ricche, appetitose, con tanti zuccheri. Sono dolci piuttosto lontano da quelli che faccio di solito, ma che una volta ogni tanto ci si possono concedere.
Ho scelto delle Blueberry Crumb Bars, ossia una sorta di quadrati di frolla farciti con mirtilli e completati da un crumble.
Veloci, perché si fa un solo impasto, semplici perché non richiedono nemmeno spianatoia e mattarello, strabuoni perché burrosi e dolci in abbondanza. O forse il merito era dei miei mirtilli selvatici, raccolti lo scorso agosto e ancora conservati gelosamente nel surgelatore. Chissà.
Sta di fatto che la ricetta è promossa a pieni voti, e stai a vedere che oltre che rubacuori il Diario di una food stylist non rientri anche nella categoria degli affidabili…
Con questa ricetta partecipo al contest di Betulla: “Biblioteca golosa”
Hehe. Ganza la Linda
Heheheh…
Adoro sia biblioteca che CRUMB ai mirtilli. Ho un dipendenza per tutti i dolci con marmellate scure.
Buonissimo!!!
Grazie Federica! Queste crumb bar erano effettivamente buonissime!
Intrigantissimo…ecco cosa dovevi portare per domani, vedi!
Foto stupende.
Eh furbetta…avrei potuto portarlo per mangiare…ma da fotografare era troppo facile 😀
Mamma mia queste bars mi hanno rubato il cuore. Come si fa a resistere a uno di questi quadrotti? impossibile
Avendoli mangiati, te lo confermo: impossibile 😀
Lo sapevo io che la lettura del tuo post avrebbe avuto come seguito un ulteriore acquisto…come si fa a resistere a un libro descritto così?? Al dolcetto, vista la mia dieta, dovrò resistere per un bel po’ di tempo ma in fin dei conti anche sfogliare un libro di cucina bello e seducente è mangiare…con gli occhi ovviamente! Forse è meglio io arriverò lunedì, all’ultimo! Le tue foto sono sempre più belle, migliorano di post in post (sempre se è possibile). Bacio e a presto!
A volte a mangiare con gli occhi si gode come a mangiare sul serio…quindi consolati! 🙂
Grazie sister, tu mi dai sempre la carica. Un abbraccio 🙂
Troppo invitanti quei bocconcini di crostata! A volte mi dico che forse è meglio abitare lontane
Ahahaha, e io invece cucinerei tanto volentieri qualcosa per te…ma ci incontreremo mai?!
Scommetto di sì
Sai che mi rivedo un sacco in questa descrizione?? A volte mi capita di comprare dei libri solo per le fotografie, e puntualmente finiscono dimenticati… altre volte invece ne acquisto altri senza essere troppo convinta, e poi invece mi ritrovo ad averli sempre fra le mani. Nelle tue foto ho rivisto alcuni dei miei preferiti, Di farina in farina e All’ombra dei mandorli…vicini proprio come lo sono nella mia libreria 😉
P.S. D’accordo, non saranno proprio sane, ma quanto sono belle e invitanti queste bars??
Cara Alice, un po’ in ritardo, ma arrivo anche qui a ringraziarti tantissimo per aver contribuito al mio piccolo contest con la tua bellissima biblioteca golosa.Hai proprio ragione sai? Quanti libri di cucina bellissimi e accattivanti rimangono inutilizzati? In ogni caso il tuo rubacuori è nella mia lista dei desideri da taanto tempo, forse più per una questione estetica (curiosare tra le fotografie) che per replicarne le ricette! Un abbraccio grande…
Grazie a te per aver creato questo splendido contest, le tue iniziative hanno sempre un’anima e un fascino particolare…