Dico jacket potatoes e la mente va in automatico all’insegnante di inglese del ginnasio. Non so se fosse fissato con questo piatto o se è rimasto impresso a me per qualche motivo particolare, sta di fatto che il collegamento è immediato.
A quei tempi, però, l’inglese mi risultava decisamente indigesto: credevo di essere innamorata del francese, che avevo studiato fino all’anno precedente, ed ero restìa già allora ad ogni novità (che brutta cosa). Mal sopportavo le lezioni di quel professore scherzoso e giocherellone e sognavo solo rigore e serietà (ancora più brutto, lo so). Insomma, che fosse l’antipatia per la lingua, lo scarso interesse per la cucina oppure la mia perenne distrazione, per anni io non ho capito cosa fosse nello specifico quella jacket potato.
Che poi i miei principali interessi siano diventati la narrativa anglosassone e la cucina, mi sembra un contrappasso alquanto ironico.
Solo di recente ho realizzato che è semplicemente una patata cotta in forno, intera e con la buccia, poi aperta e farcita con vari ingredienti, che ne fanno un piatto unico dei più tradizionali e amati in Inghilterra, dove le patate certo non mancano. Basti pensare che nell’Ottocento era un cibo di strada diffusissimo, venduto da ambulanti che sostavano lungo le strade con i loro piccoli bracieri.
La versione oggi più comune- che ho preparato diverse volte – prevede bacon e cheddar, il formaggio inglese più famoso, guardato dall’alto in basso dai puristi e che invece a me piace molto. Ma poiché la patata è così neutra e accondiscendente, la si può condire praticamente con ogni cosa: fagioli e maionese, pollo, tonno, pesto…
Questa volta ho pensato di variare un po’ la mia ricetta standard e “italianizzare” il ripieno. E l’occasione di farlo si è presentata in occasione di una bella collaborazione con il Caseificio Il Fiorino di Roccalbegna, che mi ha chiesto di preparare 3 ricette con i loro formaggi. Dico caseificio e penso Simone e Angela, visto che li conosco personalmente. Loro ci ospitarono due anni fa in occasione di un bellissimo blog tour, di cui potete vedere qualche immagine qui e qui e sono felice di mettermi alla prova cercando la destinazione migliore per i loro fantastici pecorini. Anche se, ve lo dico, è impossibile che diventino più buoni che non mangiati semplicemente con del pane fresco o una confettura fatta in casa!
Insomma, ho preso la mia jacket potato e l’ho farcita con la polpa delle stesse patate insaporite con burro e acciughe, ho aggiunto un po’ di broccolo e una cascata di pecorino fresco. Ma non un pecorino qualsiasi. Ho scelto il Fior di peperoncino, un pecorino aromatizzato con un peperoncino chiamato Erotico (per via della sua forma un po’ equivoca), che secondo me si abbina bene con la sapidità delle alici e la cremosità delle patate.
Quando sento parlare della presenza della patata come alimento fondamentale per alcune popolazioni, mi viene immediatamente in mente la tristissima storia della malattia che colpì i raccolti irlandesi alla fine del 1800 e che portò l’isola ad una vera e propria carestia in cui morì la metà della popolazione. Penso a quando questo tubero, da ortaggio insignificante, sia diventato qualcosa di imprescindibile nella nostra alimentazione e trovo che la tua ricetta si un modo splendido per celebrarlo, arricchendolo di elementi che a primo avviso sembrano poveri, ma che regalano una tale ricchezza di sapori e sfumature da farne un piatto da re.
Come sempre un bellissimo post ed un grande omaggio ad un prodotto di eccellenza come il pecorino del Fiorino. Bravissima.
Grazie cara Patty! Felice di essere tua compagan di viaggio in questo percorso di gusto con il Fiorino 🙂
Ho rivisto recentemente la storia della grande carestia che colpì l’Irlanda, un tubero così insignificante nell’aspetto e così importante per sfamare centinaia di persone. Dopo le mie patate hasselback adesso mi gusto la tua ricetta e la farò domani perché stasera non ho patate adatte, e provero anche con patate di vari colori, complimenti per il tuo post, sei brava e le foto, ciao cara
Grazie di cuore Tamara!!
Una volta quando a casa si cucinava con la legna si usava cuocere le patate nella cenere ora il forno lo sostituisce buono ma non è la stessa cosa. Ottima ricetto preso nota. Buona giornata.
Eh, hai proprio ragione…purtroppo ho avuto occasione di assaggiare poche volte cipolle o patate cotte sotto la cenere…ma so che sono speciali! Grazie Edvige 🙂
Una gustosissima versione alternativa alla classica patata cotta in forno con la buccia che non sapevo si chiamasse “jacket potato” 😀 Trovo la tua versione da salivazione immediata: mi piace un sacco Alice!
Sono contenta! A me le patate non fanno impazzire, ma quando son coondite così assumono un certo non so che 😉
Mi ricordo il primo viaggio con Martina in Irlanda e la scoperta delle jacked potatoes…ha vissuto per 2 settimane di pollo fritto e le sopra nominate! Le tue sono mille volte più buone e più sane e non riuscirò mai a capire per quale motivo bisogna rovinare tutto con la maionese. Comunque, abbiamo un’altra cosa in comune: l’antipatia verso l’inglese e la predilezione per il francese a scuola…anche la patata ripiena rendi elegante!!
A dire il vero ora l’inglese lo amo alla follia…ma la maionese no, quella la aborro! Il bilancio delle somiglianze, quindi, non cambia 😉
Mi è capitato di mangiarne in Inghilterra ed é molto appetitosa. Definire la patata neutra e accondiscendente me la rende ancora più simpatica!
Ahahah…praticamente pacifista!
Io adoro le patate ripiene, diventano piatto unico e sono molto versatili, questa ricetta me la segno perchè è molto invitante! Buon fine settimana!
Grazie Ely, mi fa piacere! Anche a me piacciono molto 🙂
Mi ero persa queste patatone… no, non si fa! Me ne prepari altre due, al volo al volo? 🙂 Le ho sempre amate, farcite… mi fanno pensare a quelle nordiche, con salmone affumicato e panna acida, oppure a quelle al cartoccio con formaggio che mangiavo da bambina o quelle ripassate sul camino, nella casa dei miei genitori! Non le preparo da tanto, troppo… potere di una foto che scatena voglie improvvise!
E invece sai che io non le avevo mai mangiate prima di andare in Inghilterra? Nemmeno ala cartoccio, era una cosa che da me non usava. Pensare che invece sono una grande invenzione, con niente ti risolvono la cena 😉 Quando ci vediamo le prepariamo insieme, ok? 🙂
Delicioso!!! pocos ingredientes pero muy bien utilizados.
Grazie! 🙂