Come nel caso dei Matcha Cookies di qualche tempo fa, anche per il Marble Cake può avere senso usare il nome inglese piuttosto che un termine italiano. La forma allungata lo fa assomigliare molto ad un plumcake (che non è una parola italiana, ma ormai è entrata nell’uso comune e sembra quasi che lo sia), ma la consistenza è un po’ diversa.
Il plumcake è morbido ma un po’ più bricioloso, leggermente più asciutto e leggero. Il marble cake, invece, è più compatto, umido, denso e intenso. Contiene più burro e – in questo caso – niente uova ed è molto buono anche come dessert invece che come semplice dolce da colazione, proprio in virtù della sua golosa umidità.
Il marble cake è ricco e accattivante ed è difficile trattenersi dal prenderne una seconda fetta, almeno per me. Si chiama così perché all’aspetto ricorda le venature del marmo, un po’ come accade per i nostri ciambelloni marmorizzati. E ancora ricordo quando, da piccola, sentii per la prima volta questo termine, marmorizzato, riferito ad un dolce. Mi venne tanto da ridere, perché credevo che fosse una battuta per riferirsi ad un dolce venuto male e che quindi era duro come il marmo…quando si dice la fantasia dei bambini!
Nonostante sia arrivata a noi mediata dalla cultura anglosassone, sembra che i primi marble cake fossero di origine tedesca. Pare che nel XIX secolo fosse entrato in voga un dolce di pasta lievitata di due colori che si intrecciavano leggermente tra loro, in cui la parte più scura era colorata con spezie e melassa. Solo in seguito alla pasta lievitata è stato sostituito l’impasto da cake e si è quindi avvicinato di più al dolce che conosciamo oggi.
Ammetto che la mia marble cake sia venuta più a strisce che marmorizzata, quindi forse potrei anche ribattezzarla striped cake!
Il fatto è che quando ho messo i due impasti avevo così paura che si mescolassero troppo e che si perdesse il disegno geometrico, che sono stata troppo precisa e li ho lasciati praticamente separati. Voi andate tranquilli e non temete di pasticciare troppo, che più l’effetto è arabescato e più è bello.
Ingredienti per 8 persone
280 g di farina 0
50 g di farina di nocciole (o nocciole tritate finissime)
150 g di burro morbido
140 g di zucchero
140 g di yogurt A-Yo alla nocciola
160 ml di latte + 2 cucchiai
35 g di cacao amaro in polvere
1 cucchiaino abbondante di lievito in polvere
½ cucchiaino di bicarbonato di sodio
la punta di un cucchiaino di sale
Mescolate insieme la farina 0 con il lievito, il bicarbonato e il sale e tenete da parte.
Montate con le fruste elettriche il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e cremoso. Incorporate lo yogurt e amalgamate. Unite metà della farina, mescolate e poi unite metà del latte. Proseguite alla stessa maniera fino ad esaurimento di farina e latte.
Dividete il composto in due parti di uguale peso.Incorporate in un impasto il cacao setacciato e 2 cucchiai di latte. Nell’altro incorporate invece la farina di nocciole.
Riempite con il composto due tasche da pasticciere usa e getta e distribuiteli a strisce alternate in uno stampo da plumcake da 11×24 cm circa. Cuocete a 180°C (modalità statica) per 55 minuti circa, facendo la prova stecchino per verificare la cottura.