1 Giugno 2018

Artigianato e palazzo a Firenze

Mettete un pomeriggio di metà maggio, caldo e assolato. Mettete un giardino esclusivo solitamente chiuso al pubblico, custodito da alti muri di cinta, proprio nel cuore di Firenze. Mettete 100 artigiani da tutta Italia, accuratamente selezionati, che si incontrano per far conoscere la loro arte.
Mescolate accuratamente questi ingredienti e avrete la XXIV edizione di Artigianato e Palazzo, che si tiene ogni anno a maggio nello splendido giardino dei principi Corsini a Firenze.

Scopo della manifestazione è quello di valorizzare il sapere artigianale della nostra Penisola, quel patrimonio sommerso fatto di piccole realtà produttive, di attività che si tramandano di padre in figlio, di arti minori che hanno fatto la fortuna e la gloria del nostro Paese.
E non credo sia solo retorica, questa, perché è vero che siamo conosciuti all’estero proprio per le capacità dei nostri artigiani. Peccato che noi stessi per primi, spesso, facciamo fatica a riconoscerle e apprezzarle.

Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani sono i padrini della manifestazione, impegnati in prima linea nell’organizzazione dell’evento, al quale quest’anno sono stata gentilmente invitata a partecipare. Onorata di questo coinvolgimento, mi sono dedicata alla mostra in un bel pomeriggio infrasettimanale, il momento migliore per godersi l’esperienza senza il grande pubblico del weekend e scoprire, oltre agli artigiani, angolini nascosti dello splendido giardino.

Grazie alla cortese e piacevole guida di Chiara ho potuto conoscere gli artigiani presenti, vederli al lavoro e parlare con loro. Come sempre in questa occasioni, sono rimasta affascinata dalle conoscenze tecniche, dall’inventiva e dalle abilità manuali degli artigiani. Molitori di vetro, orafi, mosaicisti, ceramisti, tessitori. E ancora, cestai, rilegatori, pellettieri: sarebbe difficile nominarli tutti.


Una delle cose che più mi ha colpito, tuttavia, è stata la lavorazione delle piume della ditta Mazzanti di Firenze. Un tripudio di colori sgargianti e delicatezza, creazioni eteree capaci di trasportare in un attimo in un mondo di sogno: mai avevo visto dal vivo creazioni così belle e stravaganti.
Un vero tuffo al cuore, invece, me lo hanno provocato i ricami di Lara Viviani di Borgo San Lorenzo (FI), arte davvero quasi dimenticata ma di una grazia infinita che, da nipotina di ricamatrice professionale quale sono, non può lasciarmi indifferente, se non altro per i lunghi pomeriggi trascorsi accanto alla nonna e ai suoi ricami.

Ma non solo grandi artigiani ormai affermati erano presenti al giardino Corsini: nella splendida limonaia della villa, infatti, ospitava Blogs&Crafts, nella quale erano riuniti 10 giovani artigiani, selezionati tramite concorso, che realizzavano in diretta le loro creazioni. E il mio augurio è che questa vetrina possa essere per loro un bel trampolino di lancio!

Tanto ci sarebbe da dire, perché erano presenti anche stand di street food (quello del cibo è sempre l’artigianato che preferisco) e degli appuntamenti quotidiani in collaborazione con Riccardo Barthel e la scuola di cucina Desinare, dove ogni sera veniva proposta una ricetta diversa.

Ma più di tutto vorrei soffermarmi sulla “mostra principe” della manifestazione, che quest’anno era dedicata alla manifattura Richard Ginori, che dal 1735 costituisce una parte fondamentale della storia di Firenze. Le fasi produttive della celebre manifattura sono state riprodotte in loco da artigiani impegnati nella realizzazione delle ceramiche, e osservarli al lavoro era davvero ipnotico.

Soprattutto, i proventi di questo anno sono destinati all’Associazione Amici di Doccia, che si propone di “salvare”  il Museo Ginori di Doccia, che raccoglie i pezzi più importanti della storia della manifattura e che rischia l’abbandono ormai da molti anni. Istituzioni locali, Ministero dei Beni Culturali e fondazioni private stanno collaborando per riportarlo in vita, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti i cittadini per salvaguardare questo pezzo di storia locale e nazionale, simbolo indimenticabile dell’artigianato italiano.

2 risposte a “Artigianato e palazzo a Firenze”

  1. Stravagaria ha detto:

    Che bel contesto! Mi piacciono moltissimo queste mostra artigianato, soprattutto se si svolgono all’aperto… i capannoni mortificano qualsiasi bellezza, anche se a volte non c’é alternativa. Baci!

    • panelibrienuvole ha detto:

      Guarda, Viv, quel giardino era una meraviglia. E il fatto che solitamente sia inaccessibile contribuisce al suo fascino, lo ammetto 🙂

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